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Biden: serietà e moderazione per conquistare la Casa Bianca

Pubblicato il 23/08/2020 - Messaggero Veneto, Il Piccolo

Ora che ha intascato la nomination democratica insieme alla sua vice Kamala Harris, Joe Biden ha davanti a sé di qui al 3 novembre la sfida più grande: battere Trump. Il quale sta già scaldando da tempo il motore della sua macchina di propaganda per gettare quanto più fango possibile sul suo sfidante e galvanizzare la propria base con il consueto repertorio populista. La campagna elettorale si prospetta dunque difficile, sporca e piena di colpi bassi come di consueto. Ma è qui che Biden trova le sue maggiori chance di vittoria. Dinanzi alla disordinata offensiva di Trump che cercherà di magnificare i propri discutibili successi dileggiando nel contempo l’avversario, la campagna di Biden può impostare quel che meglio si attaglia alla conquista dell’elettorato: un discorso serio, approfondito e ricco di particolari sull’America che si vorrebbe ricostruire dopo gli anni devastanti del ciclone trumpiano. La ricostruzione in effetti, se ci sarà, dovrà essere lunga e profonda. Quattro anni di trumpismo hanno disunito il Paese come mai prima d’ora, tanto che la partigianeria dilagante impedisce ai partiti, aizzati dai rispettivi supporter, di trovare intese anche su temi apparentemente di interesse generale come la lotta al Covid-19. La pandemia ha anzi amplificato le divisioni ideologiche tra i partiti, con quello Repubblicano impegnato a minimizzare gli effetti del virus e preoccupati piuttosto di porre fine ai lockdown che hanno strangolato l’economia Usa, e i Democratici più attenti alle prescrizioni dei virologi e ai loro moniti. Sono queste divisioni che il candidato Biden dovrà evidenziare con la massima evidenza, accreditando il proprio partito come quello della serietà e della lotta alle fake news che hanno imperversato anche in questa circostanza. Le opportunità di Biden sono infine accresciute dalla capacità dimostrata di unire le diverse anime del Partito Democratico, che prima della vittoria alle primarie di Biden si sono attaccati a vicenda, attraverso le voci dei vari aspiranti candidati, come se fossero nemici giurati. Passata questa fase, Biden adesso è riuscito nel miracolo di saldare la base centrista e conservatrice con le correnti più radicali che vorrebbero rivoltare il Paese come un calzino. Questo tuttavia è anche il tallone d’achille dell’ex vicepresidente, che presta il fianco alle facili accuse della parte avversaria di detenere un’agenda radicale e sfascista. La raggiunta armonia tra i vari Sanders, Warren e quelli che insieme a Biden hanno corso per la nomination potrebbe insomma rappresentare un formidabile asso per la campagna elettorale trumpiana ma anche una spada di Damcocle. Nonostante il lieve vantaggio nei sondaggi nazionali, la partita per la Casa Bianca rimane aperta. Attendiamoci dunque i fuochi d’artificio delle rispettive propagande, che quest’anno supereranno ogni record in termini di cifre spese in spot televisivi e altre forme di pubblicità. Miliardi spesi per assicurare all’America un presidente da cui, sia esso Biden o Trump, il mondo intero si attende una dose di moderazione rispetto agli eccessi di questi quattro anni. Cosa che per Trump potrebbe rappresentare una mission impossible.

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