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Le intromissioni russe nella politica nostrana

Pubblicato il 10/08/2018 - Il Friuli

Da un’inchiesta del Corriere della Sera è emerso un fatto inquietante che risale al 27 maggio scorso. Siamo nel giorno in cui il nostro presidente della Repubblica esprime il suo diniego alla formazione del governo pentastellato, a causa della presenza nella compagine di Paolo Savona, economista euro-scettico destinato al ministero dell’Economia. Come sappiamo, la decisione di Mattarella provocò la dura reazione del leader grillino Luigi Di Maio, che annunciò la sua intenzione di chiedere l’impeachment del capo dello Stato. Ebbene, come emerge dalla ricostruzione del Corriere della Sera, a poche ore di distanza da questi fatti, centinaia di account twitter si sono scatenati con una sequela di messaggi sprezzanti rivolti al presidente della Repubblica, sotto le insegne dell’hashtag “Mattarella Dimettiti”.  Ebbene, in questa Twitter Storm, il quotidiano di via Solferino intravede le impronte della Russia. L’accusa è che, ad entrare in azione il 27 maggio, sia stata la fabbrica di troll di Mosca, che ha sede a San Pietroburgo, conta tra le sue file centinaia di agenti ed ha alle spalle un exploit non da poco, vale a dire le interferenze nella campagna presidenziale americana del 2016. Il Cremlino, allora, puntò tutte le sue carte sul candidato repubblicano poi risultato vincitore, Donald Trump. Che durante la campagna elettorale fu beneficiario di una lunga serie di post e tweet partiti da San Pietroburgo. Da allora, come sappiamo, gli Stati Uniti hanno puntato il dito sulla persona di Vladimir Putin, indispettiti per un’intromissione nelle vicende interne che non ha paragoni nemmeno con gli anni più bui della Guerra Fredda. L’intelligence Usa è convinta che la Russia stia ingaggiando con l’Occidente una guerra “ibrida”, fatta di cyberattacchi e intrusioni nel web che hanno lo scopo di condizionare il dibattito pubblico e favorire nei paesi presi di mira una svolta filo-Mosca. Per quanto riguarda il nostro Paese, la Russia avrebbe deciso di scommettere su Lega e Movimento 5 Stelle, due forze politiche che non hanno mai nascosto le proprie simpatie per l’uomo del Cremlino e a più riprese hanno chiesto la fine delle sanzioni contro la Russia. Attaccare Mattarella nel mentre impediva la nascita di un esecutivo che si sarebbe adoperato per favorire una distensione con Mosca rientrerebbe in questa lucida quanto spregiudicata strategia. Che appare a dir poco preoccupante. Sapere che il dibattito pubblico italiano possa essere surrettiziamente condizionato da agenti russi che operano nel web, ovvero nello spazio in cui circola l’informazione e si formano le opinioni, è qualcosa che dovrebbe mettere tutti in allarme. A rischio è la sovranità del nostro Paese, le cui scelte politiche non possono essere soggette a simili ingerenze esterne.

Il FriulimediaRussia
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