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«Stranieri, a Gorizia 116 nazionalità diverse»

Pubblicato il 12/06/2015 - Il Piccolo

«A Gorizia, per quanto riguarda gli immigrati la situazione è sotto controllo. Lo stesso non può dirsi per i profughi, una vera emergenza destinata peraltro ad aggravarsi. Monfalcone è un sorvegliato speciale perchè il livello di presenza straniera è sopra la norma».

È il parere di Marco Orioles, sociologo all’Università di Udine, che, non da oggi, si occupa di fenomeni migratori in Europa. Orioles presenterà il suo ultimo libro “E dei figli, che ne facciamo? L’integrazione delle seconde generazioni di immigrati” oggi alle 17, al polo universitario di via Santa Chiara, Gorizia, in un incontro promosso dall’Università di Udine, dall’Accademia Europeista e dall’Anolf, al quale, oltre a Orioles, prenderanno parte il senatore Alessandro Maran e la docente Antonella Pocecco.

Orioles, può fotografare lo stato attuale di Gorizia e dintorni relativo a immigrati e profughi?
Premesso che la situazione dei profughi costituisce un’emergenza, destinata peraltro ad aggravarsi ulteriormente, occorre sempre distinguere tra profughi e immigrati. Questi ultimi costituiscono una presenza storica, integrata e la cui consistenza non ha nulla di straordinario. Gli immigrati nella provincia sono circa 12000 (dati Istat 2014) e rappresentano meno del 10% della popolazione, un dato allineato a quello medio italiano. La città di Gorizia, con 3300 stranieri pari al 9,4% della popolazione, è il capoluogo meno investito dal fenomeno migratorio di tutta la regione. Comincerei a riflettere semmai sul caso di Monfalcone, dove gli stranieri sono avviati a rappresentare il 20% della popolazione.

Un livello preoccupante?

La situazione di Monfalcone è unica perché esiste una comunità, quella del Bangladesh, che rappresenta da sola il 6,3% della popolazione. I fenomeni che accompagnano di norma una simile concentrazione non sono sempre incoraggianti. Lo insegnano le esperienze inglese e francese, dove si manifesta il cosiddetto comunitarismo, ossia la tendenza a vivere in assoluta separatezza, aggrappandosi alla propria diversità senza volontà di perseguire l’integrazione, che è fatta di compromessi con la società ospitante e con la sua cultura, verso cui gli immigrati nutrono invece disprezzo. Non è tutto. La politica può metterci del suo se adotta l’approccio sbagliato, incoraggiando nei fatti questo atteggiamento da parte degli stranieri. Appare tutto fuorché sorprendente che in quei contesti scoppino ogni tanto vere e proprie rivolte. Non voglio dire che questo è il destino di Monfalcone, ma nessuno può escluderlo, anche se i monfalconesi hanno ancora una chance per costruire relazioni costruttive volte ad evitare il peggio.

Quali diversità trova tra la situazione nostra e quella nazionale?

Le principale specificità del quadro migratorio locale è la sua frammentazione. Con 116 nazionalità, la parola “multietnicità” è più saliente per la società goriziana che per altre. C’è un’altra peculiarità: 2/3 degli stranieri condividono con i nativi le radici europee e cristiane. Questo rende meno ardua la sfida della convivenza.

Le preoccupazioni nei confronti dell’immigrazione sono fondate?

In questo momento in tutta l’Europa c’è preoccupazione per la radicalizzazione dei musulmani. Il jihadismo ha attecchito, soprattutto tra le seconde generazioni. Per fortuna, la nostra regione e Gorizia ne sembrano immuni.

Alex Pessotto

Friuli Venezia GiuliaGoriziaIl Piccoloimmigrazioneseconde generazioni
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