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Tsmc, Smic e non solo. Come procede la guerra Usa alle società cinesi dei chip?

Pubblicato il 15/09/2020 - Start Magazine

Tutte le ultime novità – e le incognite – nella furibonda offensiva degli Stati Uniti contro le società della Cina che producono i chip come Smic e Tsmc

I colossi tecnologici cinesi, si sa, vogliono rivaleggiare con quelli Usa e puntano a dominare intere aree del mondo,

Ed è proprio questo che l’amministrazione Trump aveva intenzione di ostacolare quando il Dipartimento del Commercio ha emesso bandi e sanzioni che a partire esattamente da oggi precluderanno del tutto alle industrie cinesi la possibilità di ricorrere a tecnologia made in Usa per realizzare i propri gioielli.

SENZA SEMICONDUTTORI USA NON HA MOLTO SENSO AVERE PRODUTTORI DI PUNTA COME HUAWEI

Come ha spiegato a CNBC Dan Wang, analista tecnologico presso Gavekal Dragonomics, “senza semiconduttori (Usa), la Cina non potrà essere un significativa potenza tecnologica, e ha poco senso avere grandi compagnie come Huawei che non sono capaci di mantenere le operazioni perché la Cina non ha sostanziali capacità di fabbricare semiconduttori”,

Le disposizioni del Dipartimento del Commercio Usa che negano la possibilità di condurre affari con società cinesi se non in possesso di una speciale licenza rischiano quindi di infliggere un colpo micidiale alla Cina se questa non provvederà al più presto a rendersi autonoma.

Il GOVERNO USA STA PENSANDO DI METTERE NEL MIRINO ANCHE IL PIU’ GRANDE COSTRUTTORE DI CHIP CINESE

Dopo aver preso di mira la taiwanese TSMC, che produce i chipset per Huawei, per impedirle di fornire chipset a Hisilicon, la società che fornisce componenti a Huawei, ora il governo Usa sta pensando di sferrare il colpo di grazia inserendo nella ”Entity List” anche Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC), il più grande costruttore di chip cinese.

Il compito che ha dunque avanti la Cina è molto chiaro. Se vuole far sopravvivere le proprie industrie di punta, deve impostare completamente la supply chain e i relativi impianti.

SE LA CINA VUOLE FAR SOPRAVVIVERE LE PROPRIE INDUSTRIE DI PUNTA, DEVE IMPOSTARE ORA LA PROPRIA SUPPLY CHAIN

A tal proposito, Reuters qualche tempo fa riportò la notizia delle pressioni fatte dall’America sul’Olanda affinché non mettesse a disposizione dei cinesi un particolare macchinario, usato da società come ASML, che usa i raggi ultravioletti nel processo di produzione dei più avanzati chip esistenti oggi al mondo, proprio come quelli realizzati da Samsung o TSMC.

Questi segnali lasciano intravedere un futuro irto di difficoltà per la Cina, secondo Wang, per il quale “se gli Usa riescono a eliminare del tutto la possibilità per le società cinesi di avere gli strumenti più all’avanguardia, allora la Cina (…) avrà bisogno di avere a disposizione di tutto il resto del processo industriale (in patria) per poter fare ancora dei progressi”.

Ma la sentenza di morte per l’industria hi-tech cinese ancora non è stata scritta. CNBC prevede anzi che Pechino presto disporrà delle competenze necessarie, se non per rivaleggiare con i colossi Usa, almeno per saziare il mercato interno.

LA CINA PARTE AVVANTAGGIATA DALLE ENORMO DIMENSIONI DEL SUO MERCATO INTERNO

Sono anzi proprio le dimensioni del mercato interno cinese, con centinaia di milioni di consumatori e un numero spropositato di devices in circolazione, la miglior garanzia che Pechino riuscirà se non altro a stare al passo con i tempi.

Sze Ho Ng, analista alla banca d’investimenti Renaissance, vede anzi un futuro per l’industria dei semiconduttori cinesi dettato proprio dalle chiusure Usa. “La Cina è un enorme mercato… così servire solo essa fornisce un sacco di opportunità ai venditori locali visto che fino ad esso (la tecnologia) arriva in gran parte da oltreoceano”.

Un fiume di lavoro, dunque, che vedrà le imprese di chip cinesi impegnarsi nella sfida del momento; dare vita alla cosiddetta “internet delle cose” costruendo un numero incalcolabile di chipset con cui regolamentare tutto, dal traffico aereo agli ospedali.

UN ALTRO VANTAGGIO PER LA CINA E’ CHE PER FAR FUNZIONARE LA “IOT” NON SONO NECESSARI PER FORZA SEMICONDUTTORI ALL’ULTIMO GRIDO

Il lato positivo della cosa, nota CNBC, è che i chip indispensabili per le operazioni di questo genere non devono per forza essere i più avanzati, ed è dunque qui che Pechino può trovare davanti una prateria.

Come spiega ancora Wang, “un sacco di queste cose non hanno bisogno di essere all’avanguardia, stile iPhone per intendersi (….) la tecnologia meno evoluta può essere sufficiente, ed è qui che entrano in campo le società cinesi”.

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