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Un Iftar multiculturale in moschea per condividere lo spirito del Ramadan

Pubblicato il 30/05/2019 - Messaggero Veneto

Il 6 maggio è cominciato, per i musulmani di tutto il mondo, il mese più importante dell’anno: quello di Ramadan. Che, come ci ricorda Mohammed Hajib, l’imam del centro islamico “Misericordia è Solidarietà” di via Marano Lagunare a Udine, “è il mese in cui l’arcangelo Gabriele, quattordici secoli fa, rivelò a Maometto il Corano”. Ramadan, come sappiamo, è tempo di digiuno per i fedeli di Allah, chiamati ad “astenersi, dall’alba al tramonto, dal mangiare, dal bere e dall’avere rapporti sessuali con il coniuge”, precisa l’imam. Si tratta dunque, sottolinea il portavoce del centro, Mohammed Hassani, di “un mese di prova, in cui si deve controllare se stessi”. Ramadan significa però, aggiunge Hajib, anche mostrare “solidarietà e generosità verso i poveri”, facendo opere di bene: l’elemosina per i bisognosi è obbligatoria per tutti, sia pur in proporzione al reddito, e viene raccolta in moschea, la quale provvede poi a destinarla a chi vive condizioni di difficoltà. Anche questo evidenzia che, pure nella nostra città, lo spirito del Ramadan è più vivo che mai. Ma quali differenze ci sono, nel modo di osservare uno dei momenti clou della vita islamica, tra i Paesi di origine e la terra di accoglienza? “Secondo me” – è la risposta di Fouzi Mjoual, volontario del centro e dell’associazione “Partecipazione e Spiritualità Musulmana” – “questa domanda non ha senso per colui che si integra bene in una società. Dovunque ci troviamo, ci adattiamo all’ambiente in cui viviamo. Le tradizioni e le usanze dei nostri Paesi di origine”, rimarca Mjoual, che come Hajib e Hassani viene dal Marocco, “le vediamo come un arricchimento più che come impedimento”. Così come sono attaccati ad una fede che è il fulcro della vita spirituale e l’architrave della propria identità, i musulmani udinesi tengono molto alla loro appartenenza a questo Paese. Per l’imam “è importante che i musulmani si sentano italiani, che difendano questa bandiera”. Stigmatizza con forza, Hajib, “chi ha la cittadinanza in tasca, ma poi con la testa vive in un’altra parte del mondo” L’impegno del centro Misericordia e Solidarietà per l’integrazione è costante dai giorni dell’inaugurazione, avvenuta cinque anni fa, e il mese sacro di Ramadan offre un’ulteriore opportunità di manifestare l’intenzione di essere parte integrante e attiva di questa città. Giovedì’ prossimo alle ore 20 le porte del centro si apriranno a tutti gli udinesi per un’iniziativa tutta da scoprire: un “Iftar” multiculturale. Iftar, ricorda Hassani, è espressione araba che indica la “rottura del digiuno”. Si tratterà dunque di un momento di condivisione del cibo, ma con una particolarità: essendo il centro di via Marano frequentato da musulmani di tutti i continenti, l’Iftar di giovedì offrirà, sottolineano in coro Hajib, Hassani e Mjoual, “il meglio delle tradizioni culinarie di Asia, Africa ed Europa”. Un’occasione ghiotta dunque, è il loro auspicio, per conoscere “chi siamo noi musulmani, nell’atmosfera speciale del Ramadan”. Per agevolare il lavoro dei volontari che prepareranno le pietanze, si prega di confermare la propria partecipazione mandando una mail a [email protected]

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