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Covid-19, che cosa succede negli Usa

Pubblicato il 21/03/2020 - Start Magazine

A che punto è la lotta al Covid-19 negli Usa? L’articolo di Marco Orioles

A che punto è la lotta al Covid-19 negli Usa?

La risposta è che la situazione nel Paese è ormai allo spasmo, con i casi di Coronavirus in continuo aumento – il database del New York Times ne censiva ieri 17.836 – e il numero di morti che ha raggiunto quota 238.

È questo il contesto in cui il presidente Donald Trump ha tagliato la testa al toro sigillando, con effetto a partire da oggi, il confine con il Messico – con l’esclusione del traffico merci – dopo aver fatto pochi giorni prima altrettanto con quello canadese.

Una decisione annunciata ieri durante la consueta conferenza stampa quotidiana sull’emergenza Covid-19 nella quale Anthony Fauci, il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases che è diventato agli occhi degli americani il volto pubblico di questa crociata sanitaria, ha ammesso che il contrasto all’epidemia costringerà i cittadini a casa per parecchie settimane.

Mentre Fauci sottolineava questo punto, New York – diventata negli ultimi giorni un micidiale focolaio, con ben 5.683 mila casi (pari a un terzo di tutti quelli del Paese), 43 decessi (erano 29 il giorno prima) e l’imminente collasso delle strutture sanitarie senza più letti e attrezzature disponibili per i malati – seguiva il passo fatto il giorno prima dalla California decretando il completo “lockdown” della città. Da segnalare a tal proposito l’odierna copertina del New York Post che lo stesso giornale ha diffuso ieri via Twitter:

A partire dalle otto di domenica mattina, secondo quanto ha annunciato il governatore Andrew M. Cuomo, scuole, uffici e tutte le “attività economiche non essenziali”  – espressione che, evidenziano molti giornali, scatenerà la fiera delle interpretazioni –  della Grande Mela saranno chiusi con alcune eccezioni che sono state dettagliate dai funzionari municipali (che, oltre ai consueti negozi di alimentari e alle banche, hanno esentato le officine per auto e biciclette e i centri di assistenza computer).

La situazione nella metropoli più famosa del mondo è talmente grave che un’associazione, la Legal Aid Society, ha ottenuto – dopo aver esposto denuncia – dal Dipartimento penitenziario la scarcerazione di 116 detenuti nelle prigioni cittadine perché affetti da patologie come asma e diabete o solo perché con più di 50 anni.

Se ai 19 milioni di newyorchesi che da domenica sperimenteranno la quarantena aggiungiamo i 40 milioni di californiani che da giovedì sono sottoposti alle medesime restrizioni nonché i 12 milioni di residenti dello Stato dell’Illinois, aggiuntosi all’elenco poco dopo New York, il conto è presto fatto: circa il 20% degli americani sta vivendo, o è in procinto di vivere, alla stregua degli italiani intrappolati nella zona rossa.

Ed è solo questione di ore perché quella percentuale lieviti: vista la progressione del contagio, è facile immaginare che più di qualcuno dei 50 Stati che hanno chiuso completamente o parzialmente le scuole ricorrerà a breve alle medesime maniere forti. Persino nelle remote Hawaii, del resto, già ora non è più possibile mangiare al ristorante o bersi un caffè al bar.

È in questo contesto che incandescente è dir poco che le Borse hanno registrato un nuovo tonfo: giù del 4% lo S&P 500, mentre con 913 punti lasciati sul terreno il Dow Jones industrial è precipitato sotto il livello cui era ai tempi dell’inaugurazione di Trump.

C’è poco da scherzare, insomma, è infatti la Federal Reserve ha compiuto ieri un altro passo da gigante dopo aver varato pochi giorni fa un maxi stimolo da 700 miliardi di dollari: provvederà ad irrobustire il flusso della liquidità acquistando, oltre ai buoni del Tesoro e ai MBS, anche i bond municipali a breve termine.

Ma anche il governo ieri non è rimasto con le mani in mano: a farsi vivo è stato con un tweet il Segretario al Tesoro Mnuchin che ha annunciato la decisione – che comporterà per i contribuenti, dunque per l’economia, un sollievo di circa 300 miliardi di dollari – di spostare “il giorno (della dichiarazione dei redditi) dal 15 aprile al 15 luglio. Tutti i cittadini e aziende avranno (così) del tempo addizionale per presentare la dichiarazione ed effettuare i pagamenti senza incorrere in interessi o penalità”.

È un concetto che è stato ribadito in conferenza stampa dallo stesso Trump, ben lieto di spiegare a famiglie e imprese “che avranno del tempo extra” per adempiere ai loro doveri fiscali.

Importanti novità, frattanto, si registrano sul fronte del contrasto sanitario al virus. Giovedì anche DiaSorin Molecular, già beneficiaria di un contributo di 679 mila dollari erogato dal Dipartimnento della Salute per effettuare ricerche sul Coronavirus, ha ottenuto dalla Food and Drug Administration la fatidica “Autorizzazione all’uso di emergenza” (EUA) di un test sperimentale chiamato “Simplexa COVID-19 Direct”.

Con l’arrivo di DiaSorin Molecular sono diventate otto le aziende già in possesso di una EUA per un test sul Covid-19 negli Usa: si tratta di RocheThermo FisherHologicQuidelAbbott e l’ultima arrivata insieme a DiaSorin Molecular ossia GenMark.

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