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Five Eyes con India, Giappone e Corea del Sud per un’intesa anti Huawei?

Pubblicato il 14/07/2020 - Start Magazine

Secondo il Financial Times oltre a Usa, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda (i famosi Five Eyes), tra i partner sondati per una sorta di alleanza industriale anti Huawei ci sono India, Giappone e Corea del Sud.

Dopo aver fatto il passo di aprire ad Huawei per la realizzazione del 5G, incorrendo nell’ira dell’alleato Usa, la Gran Bretagna adesso sta facendo non uno ma due passi indietro.

La settimana scorsa notizie di stampa hanno rivelato che, in base ad un nuovo rapporto d’intelligence che considera non più affidabile l’azienda di Shenzhen a causa delle sanzioni Usa che ne bloccano l’accesso alla tecnologia Usa, il governo guidato da Boris Johnson si appresta a rimangiarsi la decisione del gennaio scorso di permettere ad Huawei di partecipare in misura limitata alla realizzazione del 5G.

Ma il passo più deciso che Londra si accingerebbe a fare per liberarsi dall’abbraccio cinese potrebbe essere quello rivelato ieri in uno scoop del Financial Times: il governo di sua maestà sta tentando di convincere gli alleati del cosiddetto Five Eyes più un altro gruppo di cinque democrazie a costituire una sorta di “D10” con il compito di trovare alternative industriali affidabili alla tecnologia del colosso di Shenzhen.

A confermare la notizia al FT è stato il ministro della Cultura Oliver Dowdem, che ha spiegato come la Gran Bretagna stia discutendo alacremente con nazioni “simili” (like-minded) per elaborare “ancora più intensamente” una strategia comune sulle telecomunicazioni.

A Washington le bocche sono cucite, se si esclude un portavoce del Dipartimento dio Stato che ha detto semplicemente che l’America “continuerà a lavorare con l’UK e tutti i nostri alleati e partner per salvaguardare le reti 5G”.

Tuttavia secondo le fonti del FT oltre ad Usa, Australia, Canada e Nuova Zelanda (i famosi Five Eyes), tra i partner che potrebbero essere coinvolti in una impresa comune volta a collaborare tanto negli investimenti, quanto nella fase della ricerca e in quella propriamente industriale, vengono menzionati India, Giappone e Corea del Sud.

Compito della Gran Bretagna all’interno del D10, di cui si sarebbe cominciato a parlare già nel corso del 2019, sarebbe convincere chi non l’ha già fatto ad espellere Huawei e persuaderlo a diversificare i propri partner rivolgendosi ad attori non cinesi. In questo, Londra fa affidamento sulle sanzioni varate dal Tesoro Usa, che mettono già in forte difficoltà dal punto di vista industriale Huawei.

Londra ha tuttavia un problema nel porsi come capofila di questa iniziativa: non ha ancora tagliato la testa al toro, ossia non ha ancora preso la decisione ufficiale di fare marcia indietro rispetto alla decisione di gennaio di  ammettere parzialmente la presenza delle attrezzature Huawei.

Ecco così che un funzionario governativo al corrente del progetto ha confermato al FT che vi sono “intense discussioni” interne a questo gruppo indispettito perché Londra non ha già compiuto il passo necessario di tagliare fuori Huawei. Ecco perché il medesimo funzionario ha spiegato che quel passo è condizione necessaria perché il progetto D10 possa andare avanti.

Nell’ambito di questo sforzo comune, la Gran Bretagna sarebbe pronta a lavorare a stretto contatto con i rivali di Huawei come Nokia ed Ericsosn per favorirne l’ingresso nelle infrastrutture dei paesi alleati, ed in più si farebbe carico di una serie di investimenti in tecnologia open source per permettere alle telco dei paesi alleati di disporre di un’ampia gamma di sistemi alternativi. Londra inoltre collaborerebbe coi partner per identificare degli standard comuni tali da facilitare l’interoperabilità tra le reti.

Il progetto piace molto all’ex direttore del GCHQ, l’intelligence britannica, Robert Hannigan, per il quale la Gran Bretagna “avrebbe dovuto pensarci anni fa”.

Ma ci sono anche ostacoli formidabili alla sua realizzazione. Uno è – come già accennato – l’attuale indecisione della Gran Bretagna, che fino a quando non molla definitivamente Huawei può solo sognarsi una collaborazione del genere.

Il secondo problema l’ha espresso un funzionario occidentale, per il quale l’idea, più che ad una alleanza militare o di sicurezza, somiglia ad un’alleanza industriale. E le alleanze industriali non solo non si costruiscono dalla mattina alla sera, ma sono cariche di incognite e problemi spinosi.

Per dirla con le parole del funzionario, “sedersi e dichiarare che stiamo per varare una soluzione industriale del Five Eyes o del D1o è una cosa più semplice a dirsi che a farsi”.

5GCinaGran BretagnaHuaweiStart MagazineUsa
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