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Borgo Stazione visto da Gelindo e Sophie

Di Borgo Stazione, il quartiere multietnico (e dunque malfamato) di Udine dove ci incontriamo, Gelindo La Targia sa bene che esiste “una mappatura, dove per esempio l’area balcanica è là dietro, l’area dell’America del Sud è laggiù. Queste mappature però”, precisa l’educatore professionale attivo nel circuito dei minori stranieri non accompagnati, “sono temporanee. C’è una mutazione continua. Oggi è così, tra due mesi sarà un’altra cosa”. Grazie a quelli che definisce i suoi “pesci pilota”, i tanti minori non accompagnati che ha affiancato negli anni e accompagnato spesso in Borgo Stazione, Gelindo ha conosciuto dimensioni di questo quartiere che sfuggono ai più. Ma non è solo per questioni professionali che il mio amico sonda in profondità i recessi dei mondi migratori di Udine e del Friuli Venezia Giulia. Alle spalle, infatti, Gelindo ha otto anni di Africa, di cui resta traccia nel sorriso della figlia Sophie. Che, a questa conversazione tra il padre e il sociologo e giornalista udinese Marco Orioles, ha offerto il suo significativo contributo. Girato in via Roma il 26 agosto 2019.
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