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Aperta la quarta moschea a Udine: «Preghiamo e aiutiamo i giovani»

Pubblicato il 06/04/2025 - Messaggero Veneto

Quarta moschea a Udine
Moschea a Udine

Se si percorrono i sottoportici della parte iniziale di viale Ungheria non ci si fa proprio caso. Anche attraversando la galleria che sbuca al Parco Martiri delle Foibe non c’è proprio nulla che attiri l’attenzione. L’unico segnale percepibile è un cartello appeso alla porta di un negozio disadorno e privo di insegne, un breve messaggio che spiega che la “salat” (“preghiera” in arabo) è alle 13.15. Ma è difficile che l’occhio cada su quel foglio, quindi chi si ritrova qui resta del tutto ignaro. “Ma non c’è un centro islamico in questa zona?”, chiediamo a una residente di mezza età con le borse della spesa in mano, ricevendone una risposta negativa. A un altro residente rivolgiamo la stessa domanda, sentendoci rispondere che avremmo fatto meglio a chiedere lumi ai ragazzi musulmani che frequentano il parco. Persino al Kikó Café, che in linea d’aria dista non più di dieci metri da quel luogo, ignorano l’identità di un’attività che ha aperto i battenti a due passi da loro. Nasce insomma in sordina un nuovo centro islamico udinese – il quarto della città – denominato “Islam è luce”. L’iniziativa è di un gruppo di musulmani, soprattutto africani, mossisi sotto la guida di un cittadino italiano di 37 anni, ghanese di nascita e addetto alle pulizie di professione: Baba Cracki. “Abbiamo inaugurato la nostra sede a febbraio dopo aver costituito l’associazione la cui segretaria è una friulana”. A poche settimane dall’inizio dell’attività, è naturale che questo sia un luogo ancora per lo più sconosciuto agli stessi musulmani. Erano appena una quindicina, non a caso, i fedeli radunatisi nella sede in occasione della preghiera del venerdì. Ma perché aprire un’altra associazione islamica in una città che ne conta già tre? “A parte la comune provenienza africana di una parte considerevole dei nostri soci”, chiarisce Baba, “la vera ragione che ci ha spinto a questo passo è il desiderio di praticare l’Islam in modo universale, prescindendo dalle sfumature derivanti dalle differenti tradizioni culturali di ognuno di noi”. Ma la vera cifra di “Islam è luce” è un’altra e ce la spiega di nuovo Cracki: “è la nostra volontà di impegnarci a praticare una forma intensiva di quella che la tradizione islamica chiama Daʿwa”. Questo termine arabo indica un’azione di proselitismo o chiamata alla fede rivolta soprattutto agli stessi musulmani che hanno smarrito la via o che si trovano in condizioni di difficoltà anche materiale che impediscono loro di obbedire pienamente ai precetti religiosi. “Noi forniamo ogni tipo di aiuto, dai generi alimentari a piccole donazioni, fino al sostegno nelle complesse pratiche burocratiche, che ci danno il nostro bel da fare”. Sebbene questo slancio non escluda nessuno, il pensiero di “Islam è luce” va soprattutto ai più giovani, e in particolare a quelle seconde generazioni che, essendo cresciute a cavallo di due mondi simbolici spesso antitetici, sono più a rischio di disorientamento se non di devianza. “Vorremmo che il nostro contributo”, conclude il presidente, “consistesse nell’indirizzare le giovani generazioni ad essere ben educate in modo islamico, e questo significa non solo rispettare i precetti della fede ma anche essere elementi attivi dell’intera comunità udinese. Bravi cittadini insomma”.

Marco Orioles

IslamMessaggero VenetoMusulmani in FvgUdine
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