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Accoglienza ai migranti: il dietrofront di Frau Merkel

Pubblicato il 16/12/2016 - Il Friuli

Se c’è un fenomeno che ha mandato in crisi governi e grandi e piccoli dell’Unione Europea questo è l’immigrazione. Sessanta milioni di persone al mondo costrette ad abbandonare la propria terra per sfuggire ai conflitti o ad altre avversità rappresentano la cifra di una crisi senza precedenti che non poteva non investire l’Europa, che si trova a breve distanza da alcune aree calde del pianeta. Di quei sessanta milioni, solo una briciola però ha cercato riparo nel Vecchio Continente, confidando nella sua pace, nella sua ricchezza e nelle sue solide basi democratiche. Eppure quei pochi che hanno raggiunto il suolo europeo negli ultimi due anni sono riusciti a provocare una crisi senza precedenti interna all’Unione, con vere e proprie tensioni diplomatiche che hanno posto i paesi accoglienti da un lato e i paesi sigillati dall’altro. Del primo gruppo di paesi, la Germania ha rappresentato senza dubbio il paradigma. Tutti ricordiamo la cancelliera Merkel dare il benvenuto al milione di profughi che si accalcavano ai confini della Germania dopo aver percorso la rotta balcanica. Ebbene, quel gesto valse a frau Merkel l’ammirazione e la stima di molti leader mondiali, che nella generosa accoglienza tedesca intravedevano una delle doti più nobili del paese e della sua dirigenza. Correva l’anno 2015, e i profughi accedevano alla Germania mentre tutto intorno si ergevano muri, reticolati e accordi stringenti tra paesi confinanti. Ora che tanta acqua è passata sotto i ponti, l’atteggiamento della Merkel sembra però essere mutato. Complici i malumori dei suoi alleati e la perplessità di parte dell’opinione pubblica, ma soprattutto l’inverecondo capodanno fatti di Colonia e gli attentati terroristici di quest’estate, la Germania sembra aver cambiato idea in materia di immigrazione. Durante il recente congresso del suo partito la signora Merkel ha scandito bene queste parole: la Germania non farà più l’errore del 2015 di aprire le porte  a chiunque. Dalle lande tedesche ci giunge dunque un monito: anche un paese che ha le risorse per permetterselo può adottare un atteggiamento di chiusura nei confronti dei migranti. Come uscirne dunque, considerato che l’emergenza immigrazione è destinata a perdurare? La soluzione più ragionevole l’ha messa in campo il nostro governo, proponendo il cosiddetto migration compact: un grande accordo tra Unione Europea e paesi in via di sviluppo per sostenere la crescita economica dei secondi e bloccare così i flussi migratori. Ma anche su questo punto non c’è intesa. Resta da capire che senso ha una costruzione così bizantina come l’Europa se non ha nemmeno la capacità di mettere insieme la volontà di affrontare di petto un grande problema dei nostri tempi.

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