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Fake news: una massa disinformata

Pubblicato il 27/11/2017 - Messaggero Veneto

Una proposta di legge contro le fake news, firmata da Luigi Zanda, capogruppo al Senato del Partito Democratico. È la reazione del partito di Matteo Renzi alla disinformazione che inonda i social e manipola l’opinione pubblica: sullo sfondo, lo spettro di una competizione elettorale, quella della prossima primavera, pesantemente condizionata da notizie false e tendenziose. Alla denunce fatte dal Pd fa eco un articolo del New York Times, che mette impietosamente a nudo le dimensioni del problema. Su Facebook, riferisce il quotidiano americano, circolano notizie infondate che hanno lo scopo di provocare indignazione, aizzando i destinatari contro il governo, esponenti politici di primo piano e le loro politiche, in una campagna permanente anti-establishment dai toni marcatamente populisti. Ha fatto scalpore, tanto per fare un esempio, la foto diffusa sul social di Zuckerberg che ritrae la presidente della Camera Laura Boldrini e il sottosegretario Maria Elena Boschi in abito scuro, in piedi, in chiaro atteggiamento di cordoglio. La didascalia recitava: “Guardate chi c’era a dare l’ultimo saluto a Totò Riina”. Un falso clamoroso, il cui intento era gettare discredito sulle istituzioni, accusandole di collusione con la mafia. Il New York Times mette a fuoco ulteriori elementi, come l’esistenza di pagine Facebook riconducibili al Movimento 5 Stelle e alla Lega Nord che diffondono contenuti all’insegna – come commenta il quotidiano La Stampa – di “un nemico comune: il governo, le élite liberal, il Pd, Renzi, la Boschi, la Boldrini, ma anche Monti, Napolitano, la Bonino, Gentiloni, gli immigrati, la società multietnica, gli Stati Uniti, l’euro, l’Europa”. Tutto ciò rappresenta una grave minaccia alla democrazia, insidiata da una sfacciata propaganda che ora, grazie al lavoro investigativo della stampa, hanno un nome ed un cognome, quelli di personaggi che sarebbero legati a doppio filo con i big leghisti e grillini. Lungi dal rappresentare l’epifenomeno di un sistema sano, la disinformazione via social è un fenomeno di massa. Lo confermano i numeri stratosferici evidenziati da un’altra inchiesta uscita in questi giorni e condotta da Buzzfeed. Il sito Direttanews.it, specializzato in bufale e pseudo-notizie dai toni rabbiosi che prendono di mira la cosiddetta casta e gli immigrati, totalizza mensilmente su Facebook venticinque milioni di interazioni e diciassette milioni di reazioni. Cifre comparabili a quelle del Corriere della Sera (ventisette e venti milioni). Si tratta dunque di un vero e proprio tsunami che il Partito Democratico vorrebbe ora arginare, preoccupato delle sue conseguenze sulla scelta del prossimo Parlamento e del governo. La proposta di legge ricalca quella in vigore in Germania, e intende normare un settore finora completamente deregolamentato. Si prevede che, dietro reclamo, i gestori dei social provvedano ad una valutazione dei post incriminati e li rimuovano; qualora non facessero nulla, interverrebbe il Garante della Privacy e, se anche le sue disposizioni fossero inascoltate, scatterebbero pesanti sanzioni pecuniarie, fino ad un milione di euro. A mali estremi, estremi rimedi.

mediaMessaggero VenetoRenzi Matteo
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