La maggior parte degli intervistati si augura un Papa simile a Francesco o anche più aperto. Alcuni invece si dicono contrari allo sguardo progressista del pontificato appena concluso.
Le stime più recenti ci dicono che i fedeli della Chiesa Cattolica nel mondo sono tra 1,3 e 1,4 miliardi, e tutti vivono questi giorni con un misto di speranza e trepidazione, in vista di quanto accadrà domani, quando inizierà il Conclave chiamato ad eleggere il successore di Papa Francesco. Anche gli udinesi sono ansiosi di conoscere il nome del prescelto, e l’aspettativa dominante è che si tratti di una figura simile a quella del suo predecessore. Con forte devozione, Bertilla Crugnola, pensionata, spera “che lo Spirito Santo illumini i cardinali affinché ci diano un papa che esprima una continuità con Bergoglio”. “Il mio plauso nei confronti di Francesco”, ci dice un altro pensionato come Giovanni Di Mitri, “mi fa auspicare una continuità”. Pure l’ingegner Alberto Signorato pensa ad “un papa che prosegua il messaggio eucaristico di Francesco, che è stato un pontefice lungimirante che ha lanciato molti messaggi purtroppo rimasti incompiuti”. Giudizio condiviso dall’avvocato Andrea Purinan, che si attende “la nomina di un Papa che sia in continuità con Francesco, e che riesca a realizzare alcuni dei suoi progetti che non hanno trovato pieno compimento”. Per Nicoletta Vicedomini, impiegata, la speranza è che “eleggano un Papa che sia in grado di mantenere le aperture che ha fatto Francesco; confido anzi in un’apertura ancora maggiore”. Pure l’insegnante Elena Sclauzero è dell’avviso che il nuovo pontefice debba “proseguire su quella linea di rinnovamento, specie su alcune tematiche delicate sulle quali Bergoglio si era espresso chiaramente”. Anche Rosaria Arfè, dirigente scolastico, invoca “la prosecuzione della linea di Bergoglio, con particolare riguardo alle sue aperture e alla sua umanità”. È un concetto ribadito dalla giornalista Cristina Achucarro, che ricorda come “Francesco sia stato un punto di riferimento per molti di noi soprattutto per la sua attenzione ai deboli e ai vulnerabili, trasmettendo un messaggio di inclusione”. Dal canto suo l’esercente Franco Fiorindo, che pur auspica “senz’altro una continuità con l’umanità espressa da Bergoglio”, puntualizza “che tale dote era stata patrimonio di molti predecessori come Wojtyla, che in ciò fu per me ancora più radicale”. Sfumature diverse emergono dal pensiero di Daniele Cortolezzis, project manager all’Università di Bolzano, che, pur premettendo di essere stato “molto contento del papato di Francesco”, precisa di aver “apprezzato anche quello di Benedetto XVI nonostante molti li ritengano antitetici quando in realtà erano due figure complementari. Francesco infatti disse che non ci può essere verità senza carità, ma Ratzinger affermò che non ci può essere carità senza verità”. Anche a Roberto Selva, pensionato, non dispiacerebbe “una figura che sia una via di mezzo tra gli ultimi due pontefici”. Naturalmente c’è anche chi è di diverso avviso, come il pensionato Maurizio Calderari, il quale si attende “una svolta autenticamente cattolica, perché il Papa sarà anche infallibile, ma Francesco ha assunto posizioni controverse come l’insistenza sull’aiuto ai migranti. Non mi dispiacerebbe dunque un papa come Wojtyla”. Sulla stessa lunghezza d’onda è Giorgio Ioan, pensionato, che si attende “un ritorno all’autentico messaggio del Vangelo, essendo stato contrario ai fermenti di modernizzazione espressi da Bergoglio”. Ma chi in particolare i nostri intervistati vorrebbero che, tra i 133 papabili, ascendesse al soglio pontificio? Vicedomini offre un’indicazione, ossia che il nuovo papa “sia un giovane, affinché possa portare avanti il suo ministero per tanto tempo”. Purinan gradirebbe invece il capo della Cei Matteo Zuppi, “perché lo vedo come un continuatore che dispone di un carisma superiore all’altro candidato forte, Parolin, a mio avviso troppo curiale”. Un giudizio condiviso da Fiorindo, che però punta su Zuppi “soprattutto perché è italiano”. Per Signorato la nazionalità “non è decisiva” e Achucarro precisa che “spiritualmente non dovrebbe fare la differenza, perché il papa dovrebbe parlare al cuore di tutti i fedeli”. e potrebbe benissimo trattarsi di un papa che viene da lontano come fu Bergoglio”. Marco Zorzettig, dopo essersi documentato sui papabili, punta sul cardinale filippino Luis Antonio Tagle.
Marco Orioles