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I dazi di Trump e le mosse dell’Ue

Pubblicato il 26/05/2025 - Messaggero Veneto

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L’annuncio di Trump fatto su Truth Social venerdì ha riacceso i riflettori su una guerra commerciale che sembrava sopita: dal 1° giugno, gli Usa imporranno dazi del 50% su tutte le importazioni dall’Ue. “Le trattative commerciali con l’Ue non stanno andando da nessuna parte. Pertanto, raccomando una tariffa diretta del 50% ”, ha scritto il presidente, cancellando così la moratoria sui dazi limitati al 10% che sarebbe dovuta durare fino al 9 luglio. Quello di venerdì è un duro colpo per l’Ue, che scuote un interscambio da 851 miliardi di euro, con la prima che esporta beni per 531 miliardi verso gli Usa e ne importa per 333, vantando un surplus di 198 miliardi, ma – nota importante – con un deficit nei servizi di 108. L’impatto della nuova decisione sarebbe devastante per l’economia italiana, fortemente dipendente dall’export verso l’America, il nostro secondo mercato di sbocco. Nel 2024, l’Italia ha esportato in quel mercato 60 miliardi di euro in beni, dai macchinari ai prodotti agroalimentari. Con dazi al 50%, il costo di questi prodotti negli Usa schizzerebbe alle stelle, rendendoli meno competitivi. Settori chiave come l’automotive, la moda e l’agroalimentare subirebbero un duro colpo. Secondo stime di Confindustria, un dazio del 50% potrebbe ridurre l’export italiano verso gli Usa del 30-40%, con una perdita di 20 miliardi annui e migliaia di posti di lavoro a rischio. Se invece i dazi si stabilizzassero al 10%, come accaduto per il Regno Unito dopo l’accordo bilaterale raggiunto la settimana scorsa, l’impatto sarebbe meno catastrofico, anche se si tornerebbe a dinamiche commerciali simili a quelle del lontano 1945. L’Ue e l’Italia restano sulla linea di un libero scambio bilaterale, il cosiddetto “zero-per-zero” auspicato dal vicepremier Tajani, che esprime la speranza che il dialogo con Washington riprenda su basi più costruttive. Anche Giorgia Meloni, uscita speranzosa il 18 maggio dall’incontro trilaterale a Palazzo Chigi con il vice presidente Usa Vance e la presidente della Commissione von der Leyen, si è detta ottimista su un accordo. “L’Italia può fare da ponte tra Usa ed Europa”, ha ribadito, attirandosi le critiche dell’opposizione che denuncia il fallimento del ruolo rivendicato dalla premier. Ma le parole del Segretario al Tesoro Usa Bessent hanno gelato tutti: “le discussioni con l’Ue non porteranno a nulla”, ha affermato. La strategia di Trump sembra chiara: azzerare il deficit commerciale Usa. Ma la sua è una visione da “gran bazar”, che include nella trattativa non solo lo scambio di beni ma anche questioni come la web tax, l’Iva e le norme antitrust, che vorrebbe veder scomparire rendendo così molto complesso il negoziato. L’Ue ha prospettato compensazioni da 50 miliardi di dollari, includendo acquisti di gas, soia e armamenti. Ora i dazi al 50% potrebbero innescare ritorsioni Ue, come quelle ventilate su 107 miliardi di importazioni che colpirebbero settori come l’aeronautica o i servizi digitali. Ma l’Ue esita a usare il suo “bazooka anti-coercizione”, temendo rincari per i cittadini, dipendenti da tecnologie e servizi finanziari a stelle e strisce. Un’Europa sotto scacco, dunque, che tuttavia mantiene viva la speranza che le pressioni delle industrie Usa convincano Trump a riconsiderare la sua mossa.

Marco Orioles

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