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A spasso in borgo Stazione a Udine con artisti, poeti ed esperti per la festa multiculturale

Pubblicato il 17/03/2024 - Messaggero Veneto

PhotoLIfe Udine
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La maratona di otto ore


La globalizzazione di Udine raccontata in poche ore nel luogo in cui quel processo dirompente si è manifestato nella sua massima intensità e nelle sue infinite contraddizioni. Si è fatto anche questo alla festa multiculturale di ieri nel quartiere della Stazione, quel complicato laboratorio abitato da una popolazione composta per il 40% da cittadini stranieri provenienti da 63 Paesi diversi. Un fitto intreccio di storie rievocate nella passeggiata per il cuore del Borgo sotto la guida del sociologo Marco Orioles che ha coordinato questo e gli altri eventi della giornata insieme a Umberto Marin. Una narrazione cominciata dalla Scuola Dante Alighieri, quella in cui gli alunni stranieri sono la grande maggioranza ma parlano tutti italiano come ha spiegato la dirigente Rosaria Arfè, proseguita sotto il Palazzo di vetro costruito nel 1936 da Ermes Midena in Piazza della Repubblica sotto il quale hanno parlato gli architetti Giorgio Ganis e Roberto Cocchi, e continuata lungo altre “stazioni” animate dall’attore Paolo Fagiolo, dal già richiedente asilo pakistano Wajid Abbasi, dal medico ivoriano Adon Ambroise N’Guia, dal già direttore della Biblioteca Civica Joppi Romano Vecchiet e dal tecnico del Comune di Udine Gianni Giuricich che ha descritto la meraviglia della fioritura delle magnolie di via Roma. Ed è soprattutto sotto questi 51 alberi originari del Giappone che si sono svolte le altre attività di una giornata iniziata con il pranzo durante il quale si è svolta una piccola assemblea di residenti, commercianti e associazioni in cui sono intervenuti l’assessore Ivano Marchiol e il consigliere Iacopo Cainero. Da quel punto è partito il viaggio tra i negozi etnici che ha avuto due significative tappe dal barbiere marocchino Rachid e dall’esercente cinese Cai FangFang. Si è quindi formato un gruppo numeroso anche di semplici curiosi raddoppiato allo spettacolo finale, l’aperitivo dadaista al Cafè Corin di via Roma dove si sono esibiti artisti, musicisti, poeti e fini dicitori italiani e stranieri sotto la regia di Rocco Burtone. Una maratona di otto ore in cui sono stati veicolati messaggi anche difficili come la rievocazione del primo arresto per droga mai avvenuto in Friuli nel lontano 1970 proprio in Borgo Stazione come emerso dal testo scritto appositamente da uno dei cronisti dell’epoca, il giornalista del Messaggero Veneto Marco Di Blas.

Aperitivo dadaista in Borgo StazioneBorgo StazioneBorgo StazioneFriuli Venezia GiuliaimmigrazioneMessaggero VenetoUdine
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