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Centro culturale islamico ampliato e rinnovato. “Una casa tutta nostra”

Pubblicato il 10/03/2022 - Messaggero Veneto

L’Islam a Udine non conosce crisi, come dimostrano i numerosi segni di vitalità espressi dalle tre comunità che qui hanno fatto radici. Sabato pomeriggio, alle 15.30, vi sarà una concreta dimostrazione di come l’insediamento dei musulmani in città proceda verso una stabilizzazione e la piena inclusione. A quell’ora, infatti, alla presenza dell’assessore Giulia Manzan in rappresentanza dell’Amministrazione comunale e del Diacono Marco Soranzo a portare un saluto a nome dell’Arcivescovo, verrà inaugurata la nuova sede dell’Associazione “I Pacifici di Udine”, trasferitisi da un piccolo immobile in via della Rosta ai locali molto più ampi dell’ex supermercato sito nella medesima via al civico 28. Come spiega Shahdat Hossain, presidente del sodalizio che aggrega gli esponenti della comunità bengalese di Udine, questo è un passaggio importante nella storia di un gruppo che dal novembre 2015 gestisce un luogo di culto aperto ai musulmani di tutte le provenienze. Una moschea, come la chiamano tutti i fedeli, che non ha avuto vita facile sin dal principio, dovendo fare i conti con una causa civile intentata dai condomini tutt’altro che lieti di essersi ritrovati sotto casa un punto di aggregazione degli ormai numerosi musulmani della città. Ma il giudice, dopo due gradi di giudizio, ha dato ragione ai Pacifici, che, per superare definitivamente quel senso di precarietà derivante dalla condizione di meri affittuari, hanno raccolto nel tempo, tramite donazioni spontanee, la somma necessaria per acquisire la proprietà dell’ex supermercato. “Ora siamo sereni”, commenta Hossain, “disponiamo finalmente di una sede adatta alle nostre esigenze. Possiamo dire che, finalmente, i musulmani di Udine hanno un’altra casa tutta per loro, dove ritrovarsi sia per le pratiche religiose sia per le attività sociali e culturali che ora potremo organizzare meglio”. Entrando dalla porta principale della moschea si viene subito colpiti dalla distesa di tappeti che copre l’intera superficie del piano terra: una sala di preghiera di oltre 500 metri quadri, “dove non succederà più, come è capitato spesso in passato, specie in tempi di Covid, che la gente rimanga fuori nel giorno di Jumma (la preghiera collettiva del venerdì, ndr)”. Oltre al vantaggio di uno spazio molto più esteso dove accogliere i fedeli durante le cinque preghiere quotidiane, la nuova sede può contare per le proprie attività anche sull’intero piano interrato: qui sorgeranno la sala di preghiera per le donne (nell’Islam tradizionale il culto prevede una rigida separazione dei sessi), una palestra e soprattutto un’aula per le lezioni di lingua bengalese dedicate ai figli degli immigrati del Bangladesh che, osserva ancora il presidente, “non avrebbero altro modo per conservare questo importante tratto delle loro radici”. All’inaugurazione l’intera comunità bengalese ha desiderato fortemente la presenza delle istituzioni e di quella Chiesa cattolica con cui si intende coltivare un rapporto di fraterna amicizia. “Confidiamo anche”, conclude con un auspicio Hossain, ”che all’evento vengano anche molti concittadini e in particolare i residenti di Borgo Stazione, il quartiere che ci ospita e alla cui vita sociale e sicurezza vogliamo contribuire”.

 

 

IslamMessaggero VenetoMusulmani in FvgUdine
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