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Cosa pensa la Cina della guerra Russia-Ucraina

Pubblicato il 28/04/2022 - Start Magazine

Che cosa pensa Pechino degli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina? E come ha reagito dinanzi alle drastiche dichiarazioni con cui il n. 1 del Pentagono, Lloyd Austin, ha riformulato la politica americana verso Mosca in chiave apertamente ostile?

L’editoriale di fuoco del Global Times

La risposta cinese non si è fatta attendere. Ed è arrivata attraverso un quanto mai incisivo editoriale del Global Times, voce ufficiosa ma attendibile dell’establishment del PCC.

L’obiettivo dell’anonimo estensore del testo è chiaro sin dal titolo: “Rivelate le vere intenzioni di Washington; l’escalation delle tensioni mette l’Europa e il mondo a rischio”.

Come da manuale del perfetto propagandista, l’autore si preoccupa innanzitutto di ribaltare l’angolo visuale. Gli Usa, dice Austin, vogliono ora “indebolire” la Russia costringendola a una lunga guerra d’attrito che ne dissiperà la forza militare? Per il Global Times, questo significa che Washington ha finalmente gettato la maschera e messo a nudo come “il suo primario intento” fosse sempre stato quello di “provocare il conflitto russo-ucraino” con il disegno finale, per l’appunto, di “fiaccare la Russia”.

“Gli Usa vogliono distruggere la Russia”

Cancellando la realtà stessa dell’invasione, mai del resto condannata ufficialmente da Pechino, il Global Times rovescia la responsabilità e le attribuisce agli americani che ora – come ha del resto riconosciuto “un articolo del New York Times” riportato senza alcun riferimento o link – hanno lanciato un’offensiva “diretta contro Mosca”.

Ecco il “vero scopo” degli Usa, scrive puntuto l’editorialista che ripete per due volte lo stesso concetto. A colpi di sanzioni e di forniture Nato all’Ucraina, il loro obiettivo è ora, per richiamare le parole di Vladimir Putin opportunamente citato nell’articolo, “distruggere la Russia dall’interno”.

È una superpotenza bellicosa quella ritratta dal Global Times, secondo cui gli americani non vogliono più nemmeno seguire la strada di una trattativa che possa porre fine alle ostilità. “La porta del negoziato, di fatto, è stata chiusa”, osserva l’editoriale, lesto a ricordare come il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov abbia teso senza effetto un ramoscello d’ulivo alla controparte.

Gli Usa sconsideratamente non capiscono che le loro “cieche provocazioni contro Mosca non fanno altro che aggiungere benzina nel fuoco” aumentando “l’incertezza”.

Rischio terza guerra mondiale

A Washington – aggiunge l’editorialista – non sembrano avere afferrato il senso degli ammonimenti lanciati ripetutamente da Lavrov all’Occidente circa “l’elevato rischio di un conflitto nucleare” nonché il “reale” pericolo di innescare la terza guerra mondiale.

“Se la Nato dovesse mettere a disposizione dell’Ucraina un flusso costante di armi offensive e addirittura distruttive, e continuasse con le sue provocazioni verbali contro la Russia” non dovrebbe poi lamentarsi se quest’ultima, giustamente irritata, replicasse concretamente “trasformando l’Europa in un campo di battaglia”.

Sulla pelle degli ucraini

Viste con le lenti del Global Times, la strategia degli Usa e dell’Occidente non potrà che sortire l’effetto di “prolungare il conflitto tra Ucraina e Russia” anziché di accelerarne la fine.

Col suo tentativo di “indebolire la Russia”, Austin dixit, Washington non si fa scrupolo di usare l’Ucraina come una “pedina”. In definitiva tutte le sue azioni – rimarca il quotidiano – sono condotte “sulla pelle degli ucraini”.

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