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Il summit Trump-Putin in Alaska tra rischi e sfide

Pubblicato il 13/08/2025 - Messaggero Veneto

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Il giorno di Ferragosto gli occhi del mondo saranno puntati su Anchorage, Alaska, dove Trump incontrerà Putin per discutere una possibile fine della guerra in Ucraina. Tuttavia le posizioni divergenti di Stati Uniti, Russia, Ucraina ed Ue, unite all’assenza di Kyiv dal tavolo, alimentano incertezze e timori. Gli Usa puntano a un accordo rapido per porre fine al conflitto, con il presidente che ha più volte evocato “scambi territoriali”. Trump ha definito il summit un “esercizio di ascolto”, temperando le aspettative di un’intesa immediata, ma ha anche suggerito che un accordo potrebbe includere concessioni da parte dell’Ucraina, un’idea che ha sollevato critiche sia a Kyiv che in Europa. La Casa Bianca sta valutando l’inclusione di Zelensky in un secondo momento, ma per ora il bilaterale esclude Kyiv, suscitando preoccupazioni soprattutto tra gli alleati europei, che temono colpi di scena. La Russia si presenta al summit con richieste massimaliste: il riconoscimento de facto delle attuali linee di occupazione (circa il 19% del territorio ucraino, inclusi Crimea e Donbass), l’impegno che l’Ucraina non entri nella Nato e la rimozione delle sanzioni. Putin sembra puntare a sfruttare la disponibilità di Trump a negoziare per consolidare i guadagni territoriali, senza cedere su questioni strategiche, mentre molti considerano la celebrazione del vertice già un successo per il capo del Cremlino che esce così da anni di isolamento. L’Ucraina, esclusa dal summit, ha espresso una posizione netta. Zelensky ha dichiarato che “nessun accordo può essere preso senza Kyiv” e che cedere territorio violerebbe la costituzione ucraina, richiedendo un referendum. Kyiv insiste su un cessate il fuoco come prerequisito per qualsiasi negoziato e rifiuta qualsiasi pressione per accettare un compromesso che premierebbe l’aggressione russa. Zelensky ha anche chiesto maggiore pressione internazionale su Mosca, sottolineando che “le concessioni non fermano un assassino”. L’Unione Europea, con l’eccezione dell’Ungheria, si è schierata con forza a favore dell’Ucraina. I leader di Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Polonia e Finlandia hanno ribadito che “la pace non può essere decisa senza l’Ucraina” e che i confini internazionali non devono essere alterati con la forza. L’Ue insiste su un cessate il fuoco come base per i negoziati e si è detta pronta a rafforzare il sostegno militare, finanziario e diplomatico a Kyiv, temendo che un accordo imposto da Trump possa compromettere la sicurezza europea. Non è chiaro se il summit sarà un incontro di un giorno o se si estenderà oltre, ma il focus sarà sulla guerra in Ucraina, con possibili discussioni su accordi energetici e controllo degli armamenti. Diversi scenari potrebbero emergere dal summit. Il primo è un accordo preliminare su una linea di armistizio che riconosca de facto le attuali linee di controllo russe, senza cessioni territoriali formali. Questo potrebbe includere garanzie di sicurezza per l’Ucraina, ma escluderebbe l’adesione alla Nato, come richiesto da Mosca. Tuttavia, un simile accordo rischierebbe di essere respinto da Kyiv e di alienare gli alleati europei. Un secondo scenario vede Trump e Putin fallire nel raggiungere un’intesa, con il primo che potrebbe minacciare nuove sanzioni o il secondo che potrebbe intensificare le operazioni militari in Ucraina. Un terzo scenario, più preoccupante, è che Trump possa cercare un accordo bilaterale con Putin, privilegiando interessi economici americani a scapito dell’Ucraina. Questo potrebbe portare a una riduzione del sostegno militare statunitense a Kyiv, spingendo l’Europa a colmare il vuoto con un aumento della produzione militare. Il summit rappresenta un momento di svolta, ma anche di rischio. Senza l’Ucraina al tavolo, il pericolo di un accordo percepito come una capitolazione è alto, con ripercussioni sulla credibilità degli Usa e sulla sicurezza europea.

Marco Orioles

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