skip to Main Content

Il taglio delle siepi non risolve un vecchio problema

Pubblicato il 10/11/2020 - Messaggero Veneto

Si torna a parlare, ma non potrebbe essere diversamente, di spaccio di droga in Borgo Stazione. Si tratta d’altra parte di un fatto acquisito e, se si vuole, dell’ennesima evoluzione di un’attività praticata in un quartiere che questo fenomeno lo vive sulla propria pelle da generazioni.

Chi conosce da vicino questo mondo potrebbe raccontarne il cambio progressivo di fisionomia: da una parte si assiste al ricambio tra le etnie impegnate in questa non nobile attività, dall’altra si modifica la geografia dei luoghi di scambio delle sostanze illegali. Da qualche anno a questa parte, ed è una realtà suffragata dalle evidenze giudiziarie, a dominare nelle piazze sono i richiedenti asilo, che si sono affermati nel presidio di un territorio dove ormai è risaputo che la droga è a disposizione facilmente.

Trattandosi di una realtà consolidatasi da almeno un quinquennio, essa è stata soggetta a sua volta ad un’evoluzione, materializzatasi nello spostamento degli spacciatori da via Roma, a lungo teatro di scene plateali, a viale Leopardi, elevato oggi al rango di luogo elettivo degli scambi illegali. Altra caratteristica di cui bisogna tenere debito conto è il  continuo ricambio tra le prime e le seconde linee di questo commercio che si caratterizza pertanto per uno spiccato dinamismo.

Tutta questa è la semplice traduzione in termini sociologici di una realtà che i cittadini conoscono e hanno visto e denunciato in prima persona. A questo malessere giustamente si è venuto incontro ponendo in essere controlli  sistematici e operazioni speciali non tutte discutibili come il recente stralcio delle siepi di viale Leopardi, ultima zampata della nostra amministrazione.

Peccato che tutto questo fervore sulla sicurezza ci impedisca di vedere le ragioni di fondo del problema. Tocca ripetere un refrain diventato ricorrente dai tempi dei decreti Salvini, distintisi per aver tagliato tutti i fondi per l’integrazione dei richiedenti asilo: siamo stati noi con la nostra miopia politica, ad aver consegnato queste persone all’anarchia delle strade e nelle braccia dei reclutatori di manovalanza criminale.

La protesta dell’opinione pubblica è dunque almeno in parte male indirizzata. Si moltiplichino piuttosto che le operazioni di polizia le sinergie tra le istituzioni per riattivare urgentemente percorsi formativi e di avviamento al lavoro di questa categoria di persone. Queste misure sicuramente non risolveranno alla radice un problema come la droga che è planetario, ma contribuiranno a ripristinare la dignità di un quartiere che troppo spesso di espone all’accusa di degrado.

Esistono molti fermenti positivi in Borgo Stazione che attendono solo di essere scoperti e valorizzati. Con la sua molteplicità di culture, la zona presenta caratteristiche uniche nel suo genere che nel contesto di un rilancio complessivo del quartiere potrebbero offrire a Udine un’appetibile area commerciale fruibile per tutti. A volte le soluzioni sono a portata di mano ma richiedono visione per essere riconosciute e guidate.

La battaglia delle siepi, a nostro giudizio, non conduce da nessuna parte.

Borgo StazioneFontanini PIetroFriuli Venezia GiuliaimmigrazioneMessaggero VenetoUdine
Stampa

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Back To Top

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.