skip to Main Content

I populismi e lo zampino di Putin

Pubblicato il 03/04/2017 - Messaggero Veneto

Il Partito Popolare europeo lancia l’allarme: la Russia minaccia le nostre democrazie. Cyberattacchi, propaganda, disinformazione e sostegno alle forze antieuropee sono le armi che il Cremlino potrebbe mettere in campo per condizionare i processi elettorali dei Paesi del Vecchio Continente. Lo scenario di votazioni alterate dalle interferenze russe, o di un clima avvelenato dalle operazioni clandestine degli hacker al servizio di Putin, è quanto mai concreto. Basti vedere cos’è successo negli Stati Uniti, dove l’intelligence è convinta che Mosca abbia favorito l’elezione di Trump. Il sospetto, su cui stanno indagando l’FBI e due commissioni parlamentari, è che le email del Partito Democratico trafugate dagli hacker russi e poi divulgate da Wikileaks siano state decisive nello spostare l’ago della bilancia in favore del candidato repubblicano. Di colui cioè che in campagna elettorale aveva palesato l’intenzione di puntare al disgelo con Mosca. È questo ciò che paventa il PPE: un attacco mirato alle elezioni in programma in Francia, Germania e Italia. Col duplice scopo di delegittimare i candidati che sostengono le sanzioni elevate contro la Russia dopo l’aggressione all’Ucraina e di favorire chi, invece, punta alla loro eliminazione. E non ci sono solo le sanzioni. Il Cremlino punta molto più in alto: il suo obiettivo è destabilizzare l’Unione Europea, indebolire la Nato e smantellare, pezzo dopo pezzo, quell’ordine mondiale che si snoda intorno a Washington e Bruxelles. Un ambizioso disegno che Putin intende perseguire anche ricorrendo a colpi bassi. Nel caso del nostro Paese, il progetto del Cremlino si impernierebbe sul sostegno alle forze populiste. Come ha rivelato il quotidiano La Stampa, il Cremlino potrebbe ricorrere agli stessi strumenti utilizzati negli Usa per avvantaggiare Movimento 5 Stelle e Lega. Due forze politiche che non nascondono le proprie simpatie per l’uomo forte di Mosca e condividono con lui l’ostilità verso l’attuale assetto internazionale dal punto di vista politico, economico e militare. In Italia come nel resto d’Europa, l’agenda populista sembra coincidere con le priorità del Cremlino. Gli accenti antiamericani, l’avversione verso la globalizzazione di matrice anglosassone, la convinzione che l’UE sia il velo dietro cui si celano gli interessi dei poteri forti: questi temi sono musica per le orecchie di Putin. Il quale, non ha caso, ha appena ricevuto a Mosca la candidata all’Eliseo Marine Le Pen, che del populismo è l’incarnazione più celebre. Stando ai sondaggi, la leader del Front National contende al candidato centrista Macron la prima posizione nel primo turno elettorale del 23 aprile. Difficilmente l’appoggio russo potrà alterare l’esito del voto, che vede Macron favorito al secondo turno. Ma la partita potrebbe ripetersi in Germania e, poi, in Italia. Ecco, dunque, il campanello d’allarme suonato dal PPE. Che teme il ripetersi dello scenario americano. Sta ai populisti di casa nostra, a questo punto, mostrare di non volere diventare inconsapevolmente la quinta colonna di Mosca. Un dejavu della Guerra Fredda aggiornato all’era cibernetica.

EuropaMessaggero Venetopolitica internazionalepopulismoPutin Vladimir
Stampa

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Back To Top

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.

Iscriviti Alla Newsletter

Iscriviti per ricevere gli articoli e le ultime notizie

Grazie per esserti iscritto

Something went wrong.