Ieri anche i musulmani di Udine hanno festeggiato l’“Eid al-Kabir” che significa “Festa grande”, quella che nel resto delle terre islamiche è indicata con “Eid al-Adha”, ossia la Festa del Sacrificio. La ricorrenza ricorda il famoso episodio, raccontato sia dalla Bibbia sia dal Corano, del profeta Abramo il quale sognò che, per compiacere Dio, avrebbe dovuto sacrificare suo figlio Isacco (Ismail nel Corano). Colpito dall’obbedienza, Dio mandò l’angelo Gabriele a dire ad Abramo di sacrificare un montone al posto di suo figlio. Ecco perché in questo giorno tutte le famiglie musulmane che ne abbiano la capacità economica devono sacrificare un animale – che può essere soltanto un ovino, un caprino, un bovino o un camelide – e destinare in parti uguali le sue carni al consumo familiare, agli ospiti e ai bisognosi. Come sottolinea il diacono Marco Soranzo, responsabile dell’Ufficio Ecumenismo e Dialogo interreligioso della Curia udinese e incaricato dall’Arcivescovo di mantenere i contatti con le comunità religiose di minoranza di Udine e provincia, “questa festa ricorda il fatto che le tre religioni del Libro – ebraismo, cristianesimo e islam – hanno come padre comune Abramo, che rappresenta pertanto un importante punto di unione. Per questo la vicenda del profeta offre importanti spunti di riflessione comune che abbiamo fatto e che faremo prossimamente assieme agli amici delle comunità islamiche udinesi”. Ieri, alle 8.30, i fedeli delle tre moschee – uomini, donne, anziani, bambini – si sono radunati al campo sportivo di via Canapificio 41 per la preghiera collettiva e l’ascolto della “kutba”,.il sermone dell’imam. Mohammed Hajib, imam del Centro Misericordia e Solidarietà di via Marano Lagunare, uno dei tre luoghi di culto presenti in città oltre alle due “moschee” di via San Rocco e via della Rosta, spiega: “Dopo la preghiera ognuno si reca alla propria abitazione, dove teoricamente dovrebbe compiere il sacrificio rituale. Ma poiché non siamo in terra islamica e rispettiamo le leggi del Paese che ci ha accolto, delegheremo come sempre il sacrificio ai macelli e alle macellerie autorizzate, dove la presenza dei nostri addetti assicura il corretto trattamento dell’animale”. Poiché la carne deve essere necessariamente macellata dopo l’adorazione del mattino, molti fedeli l’hanno ricevuta tardi, in certi casi oggi. La domanda è tanta che le macellerie “Halal” della città ricorreranno in certi casi a fornitori francesi e tedeschi. Nonostante quella di ieri fosse giornata lavorativa, al campo sportivo si sono presentate 1.500 persone, frutto della decisione delle tre comunità della città di organizzare congiuntamente l’evento. La sicurezza, questa volta, è stata affidata alla comunità bengalese di via della Rosta.