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Il futuro tra nuovi europei e chiusure identitarie

Pubblicato il 11/03/2016 - Il Friuli

Circa il 2% degli abitanti della nostra regione è musulmano e questa fascia di popolazione dispone di 15 luoghi di culto. Questi numeri autorizzano a parlare di islamizzazione del FVG? Per rispondere occorre fare riferimento a quanto accaduto nel resto d’Europa, dove il fenomeno migratorio ha radici più antiche. Anzitutto, sotto il profilo quantitativo, la presenza islamica da noi è relativamente ridotta. Nessun paragone con l’8% di musulmani presenti in Francia, e nemmeno con quanto si registra in Belgio (6%), Austria e Svizzera (5,7%), Germania (5%), Gran Bretagna (4,6%). È plausibile però attendersi, nel prossimo futuro, un allineamento con queste realtà. Secondo un’indagine condotta dal Pew Research Center for Religion & Public Life, nel 2030 i musulmani rappresenteranno il 5,7% degli italiani. Quel che è successo negli ultimi anni in FVG si pone dunque come anticipazione di sviluppi che non mancheranno di produrre i loro effetti. Se vogliamo entrare nel merito di questi aspetti dobbiamo porci altre domande, in particolare una: i musulmani si porranno come una minoranza organizzata dotata di un’identità peculiare, oppure saranno assorbiti nel resto della popolazione e diventeranno indistinguibili dagli altri friulani, se non per i cognomi e l’aspetto esteriore? Anche qui, occorre guardare a quanto successo all’estero. Nel resto dell’Europa si osservano dinamiche differenziate. Anzitutto, è stato stimato che solo il 30% dei musulmani europei attribuisce importanza alla fede, ad esempio praticando il culto, abbigliandosi in un certo modo o seguendo determinati precetti. Ciò significa che la maggior parte degli immigrati e dei loro figli tende a seguire un sentiero europeizzante, in cui la religione costituisce tutt’al più un retaggio culturale avvertito come distante dal proprio orizzonte quotidiano o come qualcosa da rispolverare solo in determinate occasioni. L’altro 70% ha un atteggiamento che palesa indifferenza, agnosticismo se non ateismo. Quanto ai 3 musulmani su 10 che si pongono sull’altro versante, vi è al contrario un attaccamento alla fede di origine, vissuta come elemento identitario irrinunciabile, come qualcosa che definisce la persona e il suo rapporto col mondo. In questo segmento si manifestano anche posizioni puritane ed intransigenti, che ultimamente hanno avuto un vero e proprio boom grazie all’ascesa di nuove leadership e al ruolo della globalizzazione nella diffusione di queste versioni della fede islamica. Le moschee sono solo uno dei fattori alla base di questa dinamica, rappresentando le sedi principali in cui aggregarsi intorno a valori avvertiti come esclusivi e grazie alle quali amalgamare le seconde generazioni intorno ad una proposta di vita. La storia dell’islam in Friuli Venezia Giulia è ancora lontana da questo stadio, è solo all’inizio. Un inizio pallido, come dimostra il numero dei fedeli nonché la natura delle moschee presenti in regione, per lo più piccole e non attrezzate per dare vita a dinamiche che, altrove, hanno generato lo spettro dell’islamizzazione.

Friuli Venezia GiuliaIl FriuliimmigrazioneIslamMusulmani in Fvg
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