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Un messaggio da Vilnius

Pubblicato il 15/07/2023 - Messaggero Veneto

Il summit della Nato di Vilnius si è concluso con due risultati storici: con l’ingresso della Svezia, cui ora manca solo la ratifica del Parlamento turco per diventare il 32mo membro dell’Alleanza Atlantica, e con l’impegno ad accogliere prontamente l’Ucraina a guerra finita. Grazie alla mediazione all’ultimo minuto di Joe Biden, il presidente turco Erdogan ha fatto cadere il suo veto sull’adesione della Svezia accusata da Ankara di essere troppo morbida con i terroristi curdi rifugiati in quel Paese. In cambio, molto probabilmente, otterrà un certo numero di caccia F-16 di cui l’aviazione turca ha un urgente bisogno dopo che gli Usa hanno espulso la Turchia dal programma degli F-35 e inoltre acquisisce il solenne impegno dell’Ue a riaprire il negoziato di adesione affossato da anni di autoritarismo e violazione dei diritti umani. Ma la vera notizia di Vilnius non è questa. Lo è piuttosto la conferma della volontà della Nato di aprire le braccia all’Ucraina “non appena le condizioni – come recita il comunicato finale del vertice – lo permetteranno”. Per il momento c’è infatti lo scoglio dell’articolo 5 del Trattato atlantico, quello che obbliga ogni membro a venire in soccorso di un altro che fosse aggredito. Allo stato attuale fare entrare l’Ucraina implicherebbe il rischio concreto di scatenare la terza guerra mondiale e, chissà, un olocausto nucleare. In ogni caso Vilnius ha chiarito e messo per iscritto che “il futuro dell’Ucraina è nella Nato”. Nel frattempo, viene istituito un Consiglio Nato-Ucraina che fungerà da meccanismo di consultazione permanente tra Kiev e gli alleati. L’Ucraina incassa inoltre l’impegno del G7 a sostenerla nel lungo termine con una linea illimitata di aiuti militari. E porta a casa ciò di cui ha più disperato bisogno in questo momento: ossia nuove forniture militari immediate da Londra, Parigi, Berlino e Oslo e soprattutto il programma di addestramento dei suoi piloti all’impiego degli F-16 attivato da undici alleati. D’altra parte, come ha dichiarato il Segretario generale Nato Jens Stoltenberg alla conferenza stampa conclusiva del vertice, “il compito più importante ora è assicurarsi che l’Ucraina prevalga”. L’aspettativa di Stoltenberg e degli Usa sull’esito della controffensiva ucraina non trova però al momento, effettivi riscontri. Le forze di Kiev avanzano, ma troppo lentamente, dovendo misurarsi con un nemico ben trincerato e dotato di illimitate risorse di artiglieria. La vera scommessa è che, nel lungo termine, le forze ucraine, equipaggiate con i migliori armamenti e addestrate dagli eserciti occidentali, sfianchino la resistenza di un avversario logorato e che ha perso le sue certezze iniziali. Sul futuro dell’operazione militare speciale di Mosca gravano inoltre le incognite politiche derivanti dall’opaca vicenda della ribellione della Wagner, che ha squarciato il velo sulle divisioni interne al regime. In questo complicato contesto il messaggio lanciato da Vilnius vale come incoraggiamento per Kiev a resistere il più a lungo possibile prima che Mosca sia costretta a sedersi al tavolo del negoziato.

Biden JoeGuerra in UcrainaMessaggero VenetoNatopolitica internazionaleUsa
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