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L’Isis non è stato annientato e ha nuovi alleati

Pubblicato il 25/03/2024 - Messaggero Veneto

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di Marco Orioles, Messaggero Veneto, 25 marzo 2024


In questo tempo di vite spezzate a migliaia in un vasto teatro di guerra che dall’Ucraina raggiunge senza soluzione di continuità la Terra Santa e il Mar Rosso non poteva mancare la sanguinosa entrata in scena di una vecchia conoscenza. Malgrado Putin sostenga che la strage di venerdì scorso ad un concerto che si stava svolgendo alla periferia di Mosca sia opera degli ucraino-nazisti e dunque dell’ebreo Zelensky, i servizi segreti Usa hanno reso noto di aver addirittura avvertito un mese fa gli stessi russi che a Mosca qualcuno stava per mettere a segno un attentato. Stiamo parlando di quello Stato Islamico, e in particolare della sua branca dell’Asia Centrale (Khorasan), di cui proprio i servizi segreti russi, quegli smemorati, avevano sventato poche settimane fa un altro attacco. Venerdì però ci sono riusciti, nell’intento di colpire un Paese percepito come nemico dell’Islam e proprio perché guidato da un leader che esordì sulla scena 24 anni fa bombardando a tappeto la Cecenia islamica che sognava l’indipendenza. Ma Putin, giusto per capire l’odio che lo circonda, è lo stesso che nel 2015 ha schierato in Siria quei caccia che hanno raso al suolo Aleppo e altre città siriane mietendo quasi esclusivamente vittime civili tutte di fede islamica. Motivi per vendicarsi dunque ve ne erano a bizzeffe, non ultimo per la sfrontatezza con cui lo zar ha appena “vinto” un quinto mandato presidenziale, un successo che meritava un regalino. C’è naturalmente ben poco da scherzare perché gli artefici della strage di venerdì sono la filiale di quella casa madre islamica che dieci anni fa governava con la sciabola e il terrore un territorio grande come la Gran Bretagna sottratto a colpi di decapitazioni ai legittimi proprietari di Siria e Iraq. Ci volle una coalizione internazionale di oltre 60 Paesi incluso il nostro per debellarli, in una guerra che passò anche per i combattimenti urbani delle due capitali gemelle Raqqa e Mosul che per numero di morti civili ricordano tanto quello che sta succedendo da ottobre a Gaza. Ma se in tre anni quello Stato che al posto di una costituzione aveva il Corano interpretato alla maniera distorta dei jihadisti fu cancellato e le sue spoglie restituite o quasi, l’Isis non è stato annientato avendo nel frattempo stretto alleanze con gruppi affini distribuiti in un arco geografico di migliaia di chilometri che va dal Sahel all’Indonesia. Uno di questi alleati è proprio lo Stato islamico del Khorasan, talmente feroce che nella sua culla afghana fu combattuto persino dai talebani in una curiosa disfida tra gruppi fondamentalisti e terroristici. Purtroppo dall’agosto del 2021, ossia dai giorni dell’ignominiosa fuga dei militari Usa dall’Afghanistan appena riconquistato dai talebani, l’intelligence occidentale non può più sorvegliare al meglio quel territorio martoriato e pieno di insidie dove, per inciso, alle minori non è consentito andare a scuola, perché questa è la nobile visione del mondo talebana. Venerdì i tagliagole hanno colpito la Russia imperialista, ma speriamo di non dover raccontare presto altri episodi di questa saga rosso sangue.

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